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5 giorni ago4 ore ago

Il contributo del DEI al progetto “Modelli. Il sapere in 3 dimensioni”

Il progetto di Terza Missione “Modelli. Il sapere in 3 dimensioni”, che vede come capofila il Dipartimento di Fisica e Astronomia (DFA) e che, a partire dal 7 maggio ospita al Museo Giovanni Poleni una mostra dedicata proprio al tema del modelli fisici e virtuali nella scienza, si arricchisce del contributo del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione (DEI). Oltre a partecipare ai seminari organizzati dal Dipartimento di Ingegneria Industriale (DII), il DEI offre un apporto originale allo spettacolo teatrale “Caravanserraglio” ideato sempre all’interno del DFA ma che viene arricchito di un lato tecnico-ingegneristico. Questo spettacolo è frutto di un gruppo di lavoro composto da dottorandi e membri della comunità locale di diverse provenienze geografiche e culturali, ed è nato all’interno del progetto di Terza Missione 2022 “Scienza dal mondo islamico all’Europa di oggi” del Dipartimento di Fisica e Astronomia. Protagonista dello spettacolo è l’Astrolabio, modello dell’universo tolemaico e simbolo dello scambio culturale attraverso i secoli che, grazie alle nuove tecnologie di produzione del suono, diventa uno strumento narrativo e musicale innovativo, una vera e propria opera d’arte autonoma, in grado di generare suoni.  Il CSC ha quindi dotato di sensori una copia dell’astrolabio in modo da consentire un dialogo performativo e un’interazione con gli attori. Ad aprire ogni rappresentazione, ci sarà il preludio “Modelli del suono: il ‘nuovo’ musicista”, curato da Sergio Canazza (professore associato di Informatica del DEI) e dal team del Centro di Sonologia Computazionale (CSC). Questa performance offrirà una riflessione sull’evoluzione della figura del musicista nell’era dell’intelligenza artificiale. Portato in scena dalla compagnia TAM teatromusica, lo spettacolo sarà rappresentato in diversi luoghi di Padova, con un’attenzione particolare ai quartieri caratterizzati dalla pluralità culturale, etnica e religiosa. La prima dello spettacolo si terrà al Teatro San Carlo, quartiere Arcella (via Pietro Giovanni Guarneri 22, Padova), il 17 ottobre 2025 alle ore 21:00.     Per maggiori informazioni sul progetto: https://www.dfa.unipd.it/terza-missione/modelli/ Per prenotazioni spettacolo (prossima apertura): https://www.eventbrite.it/o/progetto-modelli-109283016471     Il CSC al lavoro per la produzione dello spettacolo “Caravanserraglio”: Modelli – study Modelli – test   Finanziato dal bando dell’Università di Padova che incentiva progetti per lo sviluppo di attività di Terza Missione e Scienza Aperta, il progetto “Modelli” è stato proposto dal Dipartimento di Fisica e Astronomia, in collaborazione con il Dipartimento di Ingegneria Industriale, il Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione, e il Centro di Ateneo per i Musei, con il sostegno di numerosi partner esterni.  

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6 giorni ago5 giorni ago

A Padova si è concluso con successo il Workshop PXRNMS 2025

Dal 9 all’11 aprile 2025, Padova è stata il palcoscenico di un importante incontro internazionale patrocinato dall’Università di Padova e organizzato dal Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione (DEI), in collaborazione con il Dipartimento di Fisica e Astronomia “Galileo Galilei” (DFA): il Physics of X-Ray and Neutron Multilayer Structures – PXRNMS 2025. Questo workshop, dedicato alle tecnologie delle strutture multistrato per la fisica con raggi X e neutroni, ha visto riunirsi esperti da tutto il mondo. Fondata nel 1992 negli stati Uniti, la conferenza è ospitata ogni due anni da importanti istituzioni di ricerca nel settore. L’evento ha seguito l’edizione precedente, che si era svolta in Giappone nel 2023. Il workshop ha ospitato quaranta interventi scientifici, tra cui quello del plenary speaker Peter Böni (Technical University di Monaco di Baviera) e quelli degli invited speaker Matteo Altissimo (Sincrotrone Trieste), Patrice Bras (European Synchrotron Radiation Facility), Danielle Gurgew (Universities Space Research Association – Science and Technology Institute), Yves Ménesguen (CEA Saclay) e Dmitriy Voronov (Advanced Light Source – Lawrence Berkeley National Laboratory). Ad aprire i lavori con i saluti istituzionali è stato il Prorettore alla Ricerca, prof. Fabio Zwirner. Gli interventi hanno preso in esame la fisica dei film ottici multistrato su scala nanometrica, ottimizzati per varie applicazioni nei domini dell’estremo ultravioletto (EUV) e dei raggi X, e per l’ottica dei neutroni. «Tra le principali applicazioni, – spiega Maria Guglielmina Pelizzo, professore associato di Fisica Sperimentale della Materia e Applicazioni e Chair della conferenza – ci sono la fisica dei neutroni per lo studio dei materiali quantistici, come i superconduttori, e i materiali magnetici complessi, la fotolitografia EUV per la produzione di circuiti integrati, e le osservazioni astronomiche dallo spazio nell’estremo ultravioletto e nei raggi X, utili per monitorare l’attività solare e le tempeste geomagnetiche, per l’osservazione di plasmi caldi, supernovae e galassie». Il workshop ha richiamato più di ottanta scienziati di università ed enti di ricerca di tredici paesi e aziende esperte del settore; in particolare, hanno supportato l’evento gli Istituti di Fotonica e Nanotecnologie e di Officina dei Materiali del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR-IFN e CNR-IOM), l’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) e le aziende Zeiss, optiXfab e Rigaku. PXRNMS2025_SB_01_-19 PXRNMS2025_SB_01_-24 PXRNMS2025_SB_01_-33 PXRNMS_2025_SB_02-119 PXRNMS_2025_SB_02-016 PXRNMS_2025_SB_02-001 IMG_3486 IMG_2596 PGH50022 PGH59895 Load More End of Content.

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1 settimana ago1 settimana ago

Wi-Fi Attacks! 

Da diversi anni ormai, il Wi-Fi è diventato una parte essenziale della nostra vita. Dalla nostra casa agli spazi pubblici, fino al luogo di lavoro, le reti wireless ci permettono di rimanere sempre connessi. La comunicazione wireless (letteralmente “senza fili”) avviene attraverso l’aria, o meglio, le onde radio.  Ma quanto sono sicuri i nostri dispositivi Wi-Fi per la trasmissione dei dati? Specifichiamo: non stiamo parlando di sicurezza relativa alla cybersecurity, per proteggerci, per esempio, contro gli intrusi che vogliono entrare nella nostra rete Wi-Fi per rubarci i dati sensibili. Stiamo parlando di sicurezza a livello fisico, ovvero quella dei dispositivi. Eh sì, anche i dispositivi connessi tra loro via wireless possono venire attaccati per distruggere la trasmissione dei dati che stanno comunicando. E c’è chi dimostra scientificamente la loro vulnerabilità. Una di queste persone è Francesca Meneghello, Ingegnere delle Telecomunicazioni del DEI. La ricerca che sta portando avanti in collaborazione con i ricercatori del CNIT/Università di Brescia, del Politecnico di Milano, della Northeastern University (Boston, USA) e Michele Rossi, professore ordinario in Telecomunicazioni al DEI, riguarda la tecnologia MIMO, acronimo di Multiple Input Multiple Output. Questa tecnologia consente di incrementare la velocità di trasferimento dei dati senza richiedere un aumento della banda di trasmissione: il segnale viene emesso da diverse antenne trasmittenti e, sfruttando le riflessioni generate da pareti e altri elementi presenti nell’ambiente, raggiunge l’antenna ricevente attraverso percorsi multipli con lievi differenze temporali e spaziali, creando così flussi di dati simultanei che trasportano una quantità maggiore di informazioni rispetto a un singolo flusso convenzionale. E questo è fondamentale se vogliamo usare contemporaneamente cellulare, laptop, smart TV, o tablet senza che i dati in ingresso e in uscita rallentino o creino congestioni come in un ingorgo stradale. «Tuttavia, −  spiega Meneghello − per velocizzare la procedura di trasferimento dei dati di controllo nei sistemi Wi-Fi, alcuni di questi dati vengono trasmessi non criptati. Infatti, se questi dati di controllo venissero criptati, sarebbe difficile garantire un aggiornamento costante degli stessi (ogni circa 10 millisecondi) necessario per trasmettere dati tramite la tecnologia MIMO». Ed ecco che un normale dispositivo Wi-Fi ma malevolo (o “attaccante”), può distruggere tutte le trasmissioni del sistema Wi-Fi. Come agisce? «Prima “cattura” i dati di controllo trasmessi dagli altri dispositivi (i dati non criptati) e, conoscendo come l’access point crea i diversi flussi di trasmissione dato che è definito nello standard, – continua Meneghello – crea dei dati di controllo ad hoc che generano interferenza per gli altri dispositivi legittimi».  A quel punto, tutti i dispositivi ricevono un messaggio rivolto a loro ma anche altri messaggi non rivolti a loro. In pratica, è come se in una stanza ci fossero tante persone e tutte parlassero contemporaneamente con lo stesso volume di voce. Il dispositivo malevolo – implementato dai ricercatori modificando il funzionamento di un dispositivo Wi-Fi commerciale – comunica i dati di controllo errati in una modalità da farli sembrare corretti. Il router continua a trasmettere “senza accorgersene” ma, in realtà, la trasmissione non avviene. «Si dovrà trovare un modo per evitare questo tipo di attacco senza andare ad appesantire la procedura di scambio di dati di controllo» – conclude Meneghello.  La ricerca che dimostra la vulnerabilità dei sistemi Wi-Fi è particolarmente innovativa, tanto che il paper redatto da Francesca Meneghello ha vinto il “Best Paper Award” che sarà consegnato durante l’IEEE International Conference on Computer Communications (INFOCOM, Londra – UK, 19-22 maggio 2025). (v. la nostra precedente news qui). Note di approfondimento: Link all’elenco dei paper che saranno presentati alla all’IEEE International Conference on Computer Communications. Paper n. 74, “How to BREAK MU-MIMO Precoding in IEEE 802.11 Wi-Fi Networks”.Francesca Meneghello (University of Padova, Italy); Francesco Gringoli (CNIT/University of Brescia, Italy); Marco Cominelli (Politecnico di Milano, Italy); Michele Rossi (University of Padova, Italy); Francesco Restuccia (Northeastern University, USA).

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4 settimane ago4 ore ago

5/05/25 Gary Stager – Il Futuro si scrive in codice

Gary Stager, professore, giornalista, formatore, sviluppatore di software, editore e amministratore scolastico, è uno dei maggiori esponenti del Costruzionismo, la corrente pedagogica fondata da Seymour Papert del MIT. Coautore del best-seller “Invent To Learn – Making, Tinkering, and Engineering in the Classroom”, tradotto nel 2021 da INDIRE con il titolo “Inventando s’impara”. Il libro approfondisce la possibile interazione tra la didattica attiva e la cultura dei maker. Il modello di apprendimento proposto da Stager è basato sul fare, con la convinzione che il fare aiuta gli studenti a sviluppare competenze logico-matematiche, scientifiche e soft skills: imparano a progettare e pianificare le azioni per il raggiungimento di un obiettivo, collaborano tra di loro e, se ciò che hanno ideato non funziona, l’errore si fa occasione per progredire e migliorare, in un ciclo continuo (Think-Make-Improve). Il prossimo 5 maggio, alle 15:00 presso gli spazi dello SMACT, con il patrocinio dell’Università degli Studi di Padova, avremo il grande piacere di ospitare Gary Stager per l’incontro di Terza Missione “Il futuro si scrive in codice” rivolto alla cittadinanza e soprattutto ai docenti delle scuole di ogni ordine e grado, e per i docenti universitari dell’area dell’informazione. L’incontro sarà strutturato in una parte seminariale e una laboratoriale, in modo da offrire spunti teorici e operativi per l’integrazione delle tecnologie nella didattica. Il form di iscrizione è disponibile al link: https://forms.gle/qzryZ8gDSaAJc8Y38 Streaming online disponibile qui  

Gary Stager: il Futuro si scrive in codice: il recap dell’evento 
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Laura Galvani 5 giorni ago4 ore ago
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Wi-Fi Attacks! 

Laura Galvani 5 giorni ago4 ore ago

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