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Le macchine che fanno musica. Dai rulli traforati per autopiano alle tecnologie digitali

L’ingegneria al servizio dei beni culturali, al DEI, prende la forma del Centro di Sonologia Computazionale (CSC, per gli amici). Un laboratorio in cui gli algoritmi incontrano l’arte e si mettono al suo servizio.Uno dei principali ambiti di ricerca del CSC è quello della conservazione e promozione di beni musicali e artistici. Uno dei progetti di ricerca del CSC è quello portato avanti, con la supervisione del prof. Sergio Canazza, dal dottorando Pierluigi Bontempi e prevede la digitalizzazione dei rulli per autopiano. Il progetto viene realizzato grazie anche alla fondamentale collaborazione con il Dipartimento di Musicologia e Beni Culturali dell’Università di Pavia e con AMMILAB (il laboratorio tecnico dell’Associazione Musica Meccanica Italiana). Tutti ricordiamo brevi sequenze di film d’epoca in cui un pianoforte suonava “da solo” senza che ci fosse qualcuno a premerne i tasti, un autopiano, appunto: un particolare tipo di pianoforte, dotato di un meccanismo in grado di attivare autonomamente i tasti, che si diffuse tra gli ultimi anni dell’Ottocento e i primi due decenni del Novecento. Il suo funzionamento è basato sull’uso di rulli di carta perforati come supporto per l’informazione musicale. Nei rulli di tipo metronomico, ovvero creati a tavolino, le forature corrispondono alle note da far suonare, e in alcuni casi all’uso del pedale di risonanza o all’accentuazione della metà sinistra o destra della tastiera. Altre indicazioni stampate o scritte sul rullo possono fare riferimento alla velocità di scorrimento dello stesso o all’intensità dei suoni, due parametri che l’autopianista controllava in tempo reale tramite apposite levette, durante la riproduzione. Nei rulli di tipo reproducing, ovvero ricavati a partire da una vera performance pianistica, sono presenti ulteriori forature per il controllo automatico dell’intensità sonora. Anche se oggi la maggior parte di noi sembra non ricordare l’esistenza dell’autopiano, in realtà la loro diffusione fu abbastanza significativa. Non è però facile misurare con precisione le reali dimensioni del fenomeno dei rulli, mancano studi approfonditi in merito all’entità della produzione e della diffusione degli stessi. Sembrerebbe comunque realistico ipotizzare una realizzazione totale approssimativa a livello mondiale di circa 500.000 diversi titoli. Quali sono le attività del CSC relative agli autopiano? Il CSC è impegnato in due progetti di ricerca relativi ai rulli per autopiano:Il primo prevede lo sviluppo di un software basato su tecniche di computer vision per l’estrazione di informazioni e la conversione delle scansioni dei rulli in file MIDI con l’obiettivo è la traduzione delle informazioni ricavate dai rulli in un formato (il MIDI) ottimale per l’ottenimento successivo di file sonori e per specifiche attività di information retrieval. Ci si propone inoltre di estrarre e salvare in apposite basi dati tutte le informazioni non compatibili con il formato MIDI, ma comunque potenzialmente utili a fini scientifici (ad esempio eventuali appunti testuali scritti sul rullo). Il secondo è dedicato alla ricerca computazionale di passaggi espressivi nei rulli metronomici, per indagare le modalità tramite cui i rulli metronomici venivano talvolta resi particolarmente espressivi effettuando forature non perfettamente corrispondenti alla partitura musicale. A questo proposito un primo contributo scientifico è stato recentemente pubblicato sul Journal of Cultural Heritage (Elsevier).  

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Prima fase del progetto Action

ACTION è un progetto di Citizen Science finanziato tramite la prima open call del progetto EU IMPETUS.Il progetto è sviluppato in due città in Irlanda (Sligo e Dublino) e una in Italia, con il supporto del progetto EU SCORE, e prevede il coinvolgimento degli studenti delle scuole nelle attività sul campo relative al tracciamento dei sedimenti tramite la tecnologia SmartPebble. Nella prima fase del progetto le scuole sono state coinvolte in tutte le fasi della ricerca, dalla misurazione e preparazione di ciottoli dotati di tecnologia RFID che verranno usati per le attività di tracciamento alle attività di posizionamento e prima localizzazione sul campo. A Dublino le attività hanno visto anche il coinvolgimento del Dalkey Tidy Towns community group. Dopo essere stati posizionati, i “ciottoli intelligenti” verranno nuovamente recuperati nella seconda fase del progetto per ottenere informazioni relative al loro spostamento e alle loro modifiche morfologiche e volumetriche. Tutti questi dati sono di primaria importanza per comprendere le dinamiche dei litorali nei tratti di costa studiati, e quindi studiare soluzioni più efficaci per il contrasto dell’erosione costiera.Responsabile scientifico del progetto è Alessandro Pozzebon, ricercatore del Dip. di Ingegneria dell’Informazione (DEI) – Dept. Information Engineering / UniPD, in collaborazione con la Dott.ssa Chiara Favaretto del Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile e Ambientale (DICEA) e il Dott. Duccio Bertoni del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa.Le scuole coinvolte sono la Grange Post Primary School per #Sligo, le scuole CBC Monkstown Park Past Pupils Union, Rathdown School, @Holy Child Killiney per #Dublino e l’Istituto Professionale per l’Industria e l’Artigianato del Marmo “P. Tacca” di Carrara per Massa.  #SmartPebble

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