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Brainteaser. Un progetto europeo per portare l’AI in aiuto ai pazienti affetti da malattie neurodegenerative

Come può l’intelligenza artificiale aiutare a migliorare la cura delle malattie neurodegenerative? In medicina i modelli di machine learning funzionano con successo se il contesto è ben definito. Nell’imaging medicale (radiografie o simili), grazie al lavoro complesso svolto fino ad oggi, l’AI è in grado di analizzare l’immagine e comunicare, per esempio, la presenza o meno di un tumore, offrendo al medico informazioni precise per effettuare una diagnosi. La Radiologia, rispetto ad altri campi della Medicina, è infatti in una posizione favorevole per adottare gli algoritmi e le infrastrutture di AI. Invece, se consideriamo di utilizzare l’AI in ambito clinico per predire la progressione della malattia e migliorarne la cura, il discorso si fa complesso. Ma c’è chi ci sta lavorando, anche qui al DEI, nell’ambito del progetto Brainteaser.  «Eravamo agli inizi del 2020, in pieno Covid quando tutti erano chiusi in casa. – ci racconta la Prof.ssa Barbara Di Camillo, ordinario di informatica presso il Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università degli Studi di Padova e manager scientifico di Brainteaser – Ricordo che registravo le lezioni per gli studenti del mio corso in salotto, intorno alle cinque del mattino, quando tutta la famiglia dormiva. In quello stesso periodo uscì una call in cui si richiedevano progetti europei che affrontassero temi clinici utilizzando l’AI, per esplorare l’uso dell’intelligenza artificiale in ambito clinico».  Dopo un anno, nel febbraio del 2021, prende avvio il progetto Brainteaser, il cui obiettivo è di integrare dati sociali, ambientali e sulla salute umana per sviluppare modelli di stratificazione dei pazienti e di progressione della malattia, per soddisfare le esigenze della medicina personalizzata.  In pratica, si tratta di portare i vantaggi dell’intelligenza artificiale direttamente ai pazienti, per gestire al meglio il decorso della loro patologia.  Le malattie prese in esame nel progetto sono la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) e la sclerosi multipla (SM), due patologie neurodegenerative complesse con quadro clinico, evoluzione, prognosi e terapie molto differenti. Tuttavia, queste malattie si accomunano perché colpiscono il sistema nervoso, sono croniche, progressive e modificano significativamente la qualità della vita dei pazienti e dei loro famigliari. Al progetto Brainteaser viene destinato un budget che sfiora i 6 milioni di euro, con finanziamenti dal programma di ricerca e innovazione Horizon 2020 dell’Unione Europea per una durata di quattro anni, con la partecipazione di 11 partner europei coordinati dall’Universidad Politécnica de Madrid (UPM) e il coinvolgimento di 300 pazienti individuati in quattro centri clinici situati in Italia, Spagna e Portogallo. «L’approccio “Open Science”, richiesto dalla call, ci ha portato a seguire un iter burocratico abbastanza complesso per permetterci di costruire i tool e le app in collaborazione con i clinici e le associazioni dei pazienti, ma anche con altri operatori, come i fisioterapisti, per capire di che cosa avessero bisogno – continua la Di Camillo. E aggiunge – Abbiamo specificato che il dato non sarebbe stato venduto, né che ci sarebbe stato un successivo utilizzo commerciale. Il dato sarebbe stato messo a disposizione per creare dei modelli di Intelligenza Artificiale per predire il rischio di progressione nei pazienti con SLA e SM».    L’Università di Padova, responsabile tecnico di Brainteaser, sta guidando lo sviluppo di questi modelli di Intelligenza Artificiale, in collaborazione con altri partner. «Per quanto riguarda l’AI, una parte viene sviluppata da noi a Padova, una dal gruppo di Torino, una da quello di Lisbona e una parte dal gruppo di Pavia – specifica la Di Camillo. E continua – Con l’AI abbiamo elaborato tutti i dati raccolti durante il progetto e i dati retrospettivi che avevano i clinici, per impostare i modelli predittivi che indicassero la progressione della malattia e la stratificazione dei pazienti in gruppi diversi in base alla velocità di progressione».  Grazie a uno smartwatch e a uno smartphone consegnati a ogni paziente del progetto, viene messa a disposizione un’app che offre anche contenuti educativi e servizi personalizzati, come strumenti per promuovere l’autogestione della malattia. I pazienti possono condividere informazioni utilizzando l’app che, allo stesso tempo, monitora costantemente la loro attività/mobilità e i parametri vitali. Attraverso l’uso dell’AI, quindi, non solo vengono generate delle predizioni ma anche una visualizzazione chiara e comprensibile dei dati. Queste informazioni vengono trasmesse al clinico che, vedendo le predizioni del modello e i dati del paziente, può decidere se anticipare (mai posticipare) la visita periodica del paziente. Oltre ai dati clinici, vengono acquisiti i dati delle app progettate e sviluppate per i pazienti con sclerosi laterale amiotrofica e sclerosi multipla. Vengono inoltre raccolti anche i dati di un sensore della qualità dell’aria indossato dai pazienti: la qualità dell’aria è un dato che incide sulla malattia ma non risulta essere una variabile dei modelli predittivi. «Quello che ci interessa nello sviluppo dell’AI – sottolinea la Prof.ssa Di Camillo – è la capacità degli algoritmi di generalizzare su nuovi dati. Se consideriamo come predire la progressione della malattia, sappiamo che ci sono tantissime variabili che non è possibile o facile raccogliere. Per esempio, non consideriamo il contesto familiare, anche se un paziente solo o che è stato lasciato dal coniuge dopo la diagnosi funesta, molto probabilmente vede peggiorato il decorso della sua malattia. Un modello di predizione, comunque, deve funzionare su tutti i pazienti, in modo da dare al clinico un’indicazione accurata sulla possibile progressione della malattia». Brainteaser si chiuderà il prossimo giugno e quindi, in questo periodo, i partner stanno parlando dell’exploitation plan e dell’incontro che si terrà a Bruxelles su questo argomento.  «Utilizzare l’AI in clinica non è semplice: in un contesto di ricerca è possibile, ma in un contesto reale è necessario certificare tutti i software come dispositivi medici: strumenti clinici, sistemi di monitoraggio e app per i pazienti sono relativamente facili da certificare. Tuttavia, per l’AI usata in un contesto predittivo, la questione diventa molto più complessa, soprattutto alla luce del recente “AI act”, pubblicato lo scorso maggio, che aggiunge, giustamente, ulteriori vincoli e requisiti ». – conclude la prof.ssa Di Camillo. Con Brainteaser, ricercatori, clinici e pazienti hanno svolto un lavoro enorme per portare l’intelligenza artificiale nella pratica clinica, con…

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[ING.Tonic] – Conclusa con successo la rassegna degli aperitivi scientifici 2024

Dopo i primi 4 incontri “fuori sede” della rassegna [ING.Tonic], organizzata dal Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione, è stato creato un momento riepilogativo nella sala conferenze del Musme per riassumerli tutti, 4 in 1! E così, il 17 dicembre alle ore 18:30, presso il Palazzo della Salute in via San Francesco 90 a Padova, si è svolto l’appuntamento conclusivo, che ha visto la partecipazione di un centinaio di persone.Sono stati riassunti gli argomenti dei quattro appuntamenti del 2024: metaverso, intelligenza artificiale, robotica… e alla fine, non è mancato l’aperitivo (eccellente, a sentire i commenti dei partecipanti). Ma vediamo un po’ più nel dettaglio la rassegna.I quattro appuntamenti [ING.Tonic] si sono tenuti in diversi locali di Padova, sorseggiando un aperitivo offerto nel bicchiere realizzato per l’occasione (per chi si era iscritto online) e chiacchierando in compagnia di docenti e ricercatori del DEI su argomenti scientifici di attualità: intelligenza artificiale, robotica, metaverso, elettrone e tecnologie del futuro. Gli incontri “fuori sede” sono iniziati il 30 maggio, all’Aperture Cocktail Bar, con la chiacchierata scientifica “Eravamo 4 robot al bar… che volevano cambiare il mondo”, con Angelo Cenedese e Giulia Michieletto.Per introdurre l’argomento, ci è venuto in aiuto un proverbio del Burkina Faso: “se le formiche si mettono d’accordo, possono spostare un elefante”. E dunque, che cosa succede se a mettersi d’accordo sono i robot? Abbiamo così appreso che le azioni coordinate e i comportamenti collettivi dei robot sono in grado di cambiare il mondo. Il 6 giugno ci siamo ritrovati al Campo dei Girasoli, un luogo decisamente estivo, immerso nel verde, per ascoltare Luca Tonin e Francesco Bettella.Durante l’incontro “Cogito ergo robot. Assaggi di neurorobotica”, siamo rimasti affascinati dallo scoprire che è possibile guidare un robot col pensiero e che la brain-machine interface è una realtà che migliorerà la vita di molte persone. Il 10 ottobre eravamo all’Aperture Cocktail Bar, in compagnia di Federica Battisti e Sara Baldoni per il talk “Incontri ravvicinati del 4° tipo. Appuntamento nel Metaverso”.Di fronte alla simulazione di una caccia al tesoro e un gioco di costruzioni, ci siamo meravigliati della tecnologia del Metaverso, che estende la realtà fisica nella realtà virtuale. E siamo solamente all’inizio: le nuove tecnologie immersive rivoluzioneranno le interazioni umane e le comunicazioni nel prossimo futuro! Il 30 ottobre, abbiamo chiuso la rassegna all’Amsterdam – Eat Drink & Show, un locale molto ampio e incredibilmente pieno di partecipanti, per assistere al talk di Matteo Meneghini e Gaudenzio Meneghesso, su “Le 12 fatiche dell’elettrone: dal gatto di Schrödinger all’AI”.Abbiamo percorso la gloriosa storia dell’elettrone (che fa muovere i treni ed è alla base dei sistemi di intelligenza artificiale), la trasformazione sociale che ha prodotto, il cambiamento del mondo ad opera della fisica quantistica e l’impatto sociale ed economico a livello mondiale delle nuove tecnologie.Argomenti complessi, spiegati in modo accattivante e divertente in un ambiente informale e rilassato, che hanno acceso la curiosità e l’entusiasmo dei presenti. Le risposte degli esperti alle domande del pubblico hanno sicuramente permesso a studenti, curiosi e avventori dei vari bar, di saperne di più su intelligenza artificiale, robotica, metaverso e tecnologie del futuro, per scoprire che, in fondo, l’ingegneria non è poi così lontana dalla nostra vita di tutti i giorni.

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Premiato il team iGEM del DEI alla più importante competizione mondiale di biologia sintetica

Il team iGEM, sponsorizzato dal DEI, ha ottenuto un risultato eccezionale nella più grande competizione di biologia sintetica iGEM: Best Entrepreneurship Award 2024, candidato al Best Bioremediation, medaglia d’argento.  Il Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione ha dato un contributo decisivo a questo successo attraverso la partecipazione degli studenti di Ingegneria Biomedica, Camilla Sabbion, Maria Terreran, Leonardo Varotto, Alessandro Serraglio, Filippo Maniero e dei professori, Alessandro Paccagnella e Stefano Bonaldo. Inoltre, Massimo Bellato, che è stato co-PI del progetto, è ricercatore presso DMM con una posizione cofinanziata dal DEI. La competizione iGEM, è un evento mondiale annuale di biologia sintetica rivolto a studenti universitari (laureati e non) e a studenti delle scuole superiori. Squadre multidisciplinari lavorano per progettare, costruire e testare un sistema di loro ideazione, usando parti biologiche standardizzate e tecniche classiche della biologia molecolare. Per chi fosse interessato, il video promozionale del progetto del DEI è disponibile a questo link.

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Nicolo’ Del Fabbro vince il GTTI PhD Award 2024

Nicolo’ Del Fabbro, ricercatore post-dottorato presso l’Università della Pennsylvania, già dottorando presso il Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione, sotto la supervisione dei Professori Luca Schenato e Michele Rossi, è stato il vincitore del premio GTTI PhD 2024 in riconoscimento delle migliori tesi di dottorato discusse in un’Università italiana nei settori delle Tecnologie delle Comunicazioni.

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Matteo Martin vince il Best Poster Award a Dublino

Matteo Martin, dottorando al secondo anno presso il Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione, sotto la supervisione del prof. Morten Gram Pedersen, ha ricevuto il Best Poster Award alla “2024 International Conference on Mathematical Neuroscience” tenutasi presso l’University College di Dublino dall’11 al 14 giugno 2024 per il poster “Analysis of Mixed-Mode Oscillations in Cortical Neurons: the role of M and HCN channels”, (autori: Matteo Martin, Morten Gram Pedersen).

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Francesco Luigi De Faveri vince il Best Resource Paper Award

Francesco Luigi De Faveri, dottorando al secondo anno presso il Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione, ha vinto il Best Resource Paper Award per il paper: pyPANTERA: A Python PAckage for Natural language obfuscaTion Enforcing pRivacy & Anonymization di F. L. De Faveri, G. Faggioli e N. Ferro (2024), pubblicato negli atti della 33esima Conferenza Internazionale ACM sull’Information and Knowledge Management (CIKM ’24), tenutasi dal 21 al 25 ottobre 2024 a Boise, Idaho (Usa), pagine 5348 – 5353 ACM Press, New York, Stati Uniti.

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Andrea Pasin vince il Graduate Alumni Awards

Andrea Pasin ha ricevuto il “Graduate Alumni Awards” per la scuola di Ingegneria dall’Associazione Alumni dell’Università di Padova, assegnato ai migliori laureati magistrali negli A.A. 2022/2023 delle otto Scuole dell’Ateneo.Andrea è ora dottorando al secondo anno presso il Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione, sotto la supervisione del prof. Nicola Ferro e la co-supervisione del Prof. Andrea Pietracaprina e del Prof Geppino Pucci Andrea. La tesi di laurea di Andrea si è concentrata sullo sviluppo dell’infrastruttura di valutazione adottata da QuantumCLEF. Per approfondimenti sul Laboratorio QuantumCLEF, di cui Andrea è co-organizzatore, cliccare su questo link.

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Sergio Canazza a Quasar, RAI2

Lo scorso 16 novembre, nel programma di scienza ed ecologia Quasar, su RAI 2, la giornalista Marita Langella ha intervistato Sergio Canazza, professore associato di Informatica al DEI, sulle nuove possibili declinazioni del binomio Arte e Intelligenza Artificiale. L’intervista intitolata ”Prendi l’arte e mettila da parte, con l’AI”, è disponibile su RaiPlay, a questo link, puntata del 16 novembre 2024, dal minuto 6:00.

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