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Il contributo del DEI alla nascita dell’Alleanza Quantistica Italiana

laser reflect on optic table un quantum laboratory

Questo mese vi è stato l’annuncio della nascita dell’Alleanza Quantistica Italiana (AQI), un’intesa nazionale che unisce università, istituti di ricerca, industrie e istituzioni pubbliche con l’obiettivo di creare un ecosistema unitario e competitivo a livello internazionale, promuovendo l’eccellenza italiana nelle tecnologie quantistiche. 

L’AQI, in linea con la Strategia europea e la Strategia Italiana per le Scienze e Tecnologie Quantistiche, include attualmente otto partner: Università di Bologna, CINECA, INRIM, Università di Padova (con il nostro Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione in prima linea), INAF, INFN, Università di Pavia e Politecnico di Milano.

Per il DEI sono coinvolti i professori Paolo Villoresi e Giuseppe Vallone. Quest’ultimo ci ha comunicato quanto segue, che volentieri pubblichiamo:

«Il gruppo QuantumFuture del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Padova è da più di vent’anni attivo nel campo delle comunicazioni quantistiche. Lo scambio di fotoni, le particelle di luce, è alla base della Quantum Key Distribution (QKD), una tecnica che permette di scambiare chiavi segrete la cui sicurezza è garantita da leggi fisiche: le particelle quantistiche, se misurate, vengono alterate ed è possibile, in questo modo, capire se un hacker stia cercando di ottenere le informazioni che sono codificate sui fotoni. 

Le applicazioni nel campo della cybersicurezza sono molteplici: dalla protezione delle transazioni commerciali, alle comunicazioni diplomatiche, passando per la tutela della privacy di tutti i cittadini. L’importanza strategica di questa tecnologia e delle comunicazioni quantistiche è stata riconosciuta a livello europeo come uno dei pilastri dello sviluppo guidato dall’European Quantum Flagship.

Il gruppo QuantumFuture ha proposto e realizzato nuovi dispositivi e protocolli per le comunicazioni quantistiche e i generatori di numeri casuali con tecniche quantistiche e realizzato i primi esperimenti di scambio di fotoni tra terra e satellite, necessari per l’estensione di un network di comunicazioni quantistiche a distanze superiori al centinaio di chilometri, impossibili su fibra ottica a causa delle elevate perdite».