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[ING.tonic]12 settembre: Una sicurezza fotonica! Come la luce quantistica proteggerà le nostre comunicazioni

Torna anche nel 2025 l’iniziativa di Terza Missione [ING.tonic] – il ciclo di aperitivi con i ricercatori del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Padova. Quattro incontri di circa un’ora, ognuno dei quali con uno scopo ben preciso, quello di svelare al pubblico generalista tutti i misteri che avvolgono le nuove tecnologie e che permeano sempre di più le nostre vite, dalla realtà virtuale alla sicurezza dei nostri dati, dalla robotica all’Intelligenza Artificiale, passando anche per le nuove frontiere tecnologiche a supporto della salute e della medicina. Il 12 settembre, dalle 19:30, si inizia con il primo aperitivo dal titolo: Una sicurezza fotonica! Come la luce quantistica proteggerà le nostre comunicazioni.In un’epoca in cui i nostri dati viaggiano sempre più su canali digitali, è arrivato il momento di parlare di sicurezza quantistica e di come la crittografia basata sull’uso di fotoni e luce potrà garantire livelli di sicurezza sempre più alti. Ma come funziona? A spiegarcelo saranno i professori Giuseppe Vallone e Paolo Villoresi, esperti di fisica quantistica e laser del gruppo di ricerca QuantumFuture. Il primo appuntamento si svolgerà a Casetta Zebrina, il locale all’interno del Parco Milcovich che negli ultimi anni sta diventando sempre più un punto di riferimento per il pubblico padovano. COME PARTECIPARE: L’evento è gratuito, per questioni organizzative si richiede la prenotazione su Eventbrite, a questo link. Per maggiori informazioni, è possibile scrivere a terzamissione@dei.unipd.it   TUTTI GLI APERITIVI [ING.TONIC] 12 settembre | Una sicurezza fotonica! Come la luce quantistica proteggerà le nostre comunicazioni 26 settembre | I robot sognano? Possiamo davvero creare la coscienza artificiale? 02 ottobre | Il diabete sotto scacco. Nuove tecnologie per la cura e il controllo del diabete 29 ottobre | IA Art attack: contenuti leciti e illeciti dell’Intelligenza Artificiale generativa INFORMAZIONI Giorno: venerdì 12 settembre Ora: 19:30  Dove: Casetta Zebrina, via Jacopo da Montagnana 93 – Padova Prenota QUI il tuo posto, è gratis  

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Navigazione Autonoma nella laguna veneta: un traghetto a guida intelligente

Negli ultimi anni, un settore di ricerca in forte crescita è quello dei veicoli marini a guida autonoma. Si tratta di imbarcazioni capaci di navigare e operare senza la necessità di un equipaggio a bordo. Nel Nord Europa, ad esempio, ve ne sono già in funzione. Questo è possibile grazie all’uso di sistemi di intelligenza artificiale e tecnologie di controllo remoto che permettono alle imbarcazioni di percepire l’ambiente circostante, pianificare la rotta e prendere decisioni autonome durante la navigazione. I traghetti a guida autonoma sono al centro della ricerca di Damiano Varagnolo, professore di Automatica presso il Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione (DEI). Da circa sette anni, il Professor Varagnolo si dedica all’Automazione Marina. Ma perché proprio i traghetti autonomi? «Pensiamo alle isole della laguna veneta; Venezia, Burano, Chioggia, per esempio: la conformazione di queste città non permette a chi è in carrozzina di muoversi agevolmente in città da una parte all’altra dei canali. – spiega Varagnolo – Una tecnologia che potrebbe aiutare queste persone è quella di versioni in miniatura di traghetti a guida autonoma». Questo progetto, partito con l’idea di migliorare l’accessibilità al territorio per le persone con disabilità, si sta evolvendo verso un insieme eterogeneo di applicazioni. Il traghetto a guida autonoma può essere utilizzato, infatti, per il monitoraggio dei fondali lagunari, rilevando flora e fauna, o per la mappatura di reperti archeologici (per esempio le antiche saline romane nel sud della laguna). Inoltre, le imbarcazioni a guida autonoma possono offrire supporto per la trasmissione dei dati raccolti da sensori subacquei che monitorano parametri come salinità, temperatura e ossigeno. «Questo è un progetto che porto avanti anche in Norvegia, presso il Department of Engineering Cybernetics, NTNU – Norwegian University of Science and Technology, – aggiunge Varagnolo – ma è anche un progetto studentesco del gruppo ‘Nautilus’, formato da studenti di ingegneria dell’ateneo che lavorano in collaborazione con il laboratorio SIGNET». Il progetto studentesco, avviato ufficialmente a gennaio di quest’anno, coinvolge una trentina di studenti dei corsi di laurea magistrale in “Control System Engineering” e di laurea triennale in “Ingegneria Informatica”. «Inizialmente, il gruppo si era concentrato sul prototipo di un piccolo sottomarino a guida autonoma, – racconta Varagnolo – ma poi si è deciso di proseguire la ricerca e la sperimentazione (sia sul campo sia in ambienti di simulazione) con una soluzione di superficie». Quale potrebbe essere l’evoluzione di questo progetto? «A breve termine, – prosegue Varagnolo – spero che un gruppo di studenti continui a lavorarci anche dopo la magistrale, magari creando uno spin-off che aiuti la gestione degli allevamenti in laguna, come quello dei ‘caparòssoli’ (NdR: le vongole veraci, in dialetto veneto), un’attività che ad oggi è poco automatizzata. A lungo termine – conclude Varagnolo – penso a un ‘joint student project’ tra scuole superiori e università, in cui gli studenti delle superiori si occupino dell’hardware, mentre gli studenti del DEI si concentrino sull’elettronica avanzata. L’obiettivo è arrivare, tra 4-5 anni, ad avere una piccola imbarcazione a guida autonoma per due persone (accompagnatore e carrozzina), che inizialmente colleghi le due estremità di Chioggia, Santa Maria e Vigo, ma che si possa estendere anche a Venezia o ai fiumi». Un obiettivo ambizioso, che potrebbe rientrare nella Terza Missione dell’università, e che senza dubbio sarebbe di grande rilevanza inclusiva: «Un mio grande desiderio – confida infine Varagnolo – sarebbe quello di riuscire, un giorno, a portare mio papà, che è disabile, su uno di questi traghetti».

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