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Laura Galvani

Navigazione Autonoma nella laguna veneta: un traghetto a guida intelligente

Negli ultimi anni, un settore di ricerca in forte crescita è quello dei veicoli marini a guida autonoma. Si tratta di imbarcazioni capaci di navigare e operare senza la necessità di un equipaggio a bordo. Nel Nord Europa, ad esempio, ve ne sono già in funzione. Questo è possibile grazie all’uso di sistemi di intelligenza artificiale e tecnologie di controllo remoto che permettono alle imbarcazioni di percepire l’ambiente circostante, pianificare la rotta e prendere decisioni autonome durante la navigazione. I traghetti a guida autonoma sono al centro della ricerca di Damiano Varagnolo, professore di Automatica presso il Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione (DEI). Da circa sette anni, il Professor Varagnolo si dedica all’Automazione Marina. Ma perché proprio i traghetti autonomi? «Pensiamo alle isole della laguna veneta; Venezia, Burano, Chioggia, per esempio: la conformazione di queste città non permette a chi è in carrozzina di muoversi agevolmente in città da una parte all’altra dei canali. – spiega Varagnolo – Una tecnologia che potrebbe aiutare queste persone è quella di versioni in miniatura di traghetti a guida autonoma». Questo progetto, partito con l’idea di migliorare l’accessibilità al territorio per le persone con disabilità, si sta evolvendo verso un insieme eterogeneo di applicazioni. Il traghetto a guida autonoma può essere utilizzato, infatti, per il monitoraggio dei fondali lagunari, rilevando flora e fauna, o per la mappatura di reperti archeologici (per esempio le antiche saline romane nel sud della laguna). Inoltre, le imbarcazioni a guida autonoma possono offrire supporto per la trasmissione dei dati raccolti da sensori subacquei che monitorano parametri come salinità, temperatura e ossigeno. «Questo è un progetto che porto avanti anche in Norvegia, presso il Department of Engineering Cybernetics, NTNU – Norwegian University of Science and Technology, – aggiunge Varagnolo – ma è anche un progetto studentesco del gruppo ‘Nautilus’, formato da studenti di ingegneria dell’ateneo che lavorano in collaborazione con il laboratorio SIGNET». Il progetto studentesco, avviato ufficialmente a gennaio di quest’anno, coinvolge una trentina di studenti dei corsi di laurea magistrale in “Control System Engineering” e di laurea triennale in “Ingegneria Informatica”. «Inizialmente, il gruppo si era concentrato sul prototipo di un piccolo sottomarino a guida autonoma, – racconta Varagnolo – ma poi si è deciso di proseguire la ricerca e la sperimentazione (sia sul campo sia in ambienti di simulazione) con una soluzione di superficie». Quale potrebbe essere l’evoluzione di questo progetto? «A breve termine, – prosegue Varagnolo – spero che un gruppo di studenti continui a lavorarci anche dopo la magistrale, magari creando uno spin-off che aiuti la gestione degli allevamenti in laguna, come quello dei ‘caparòssoli’ (NdR: le vongole veraci, in dialetto veneto), un’attività che ad oggi è poco automatizzata. A lungo termine – conclude Varagnolo – penso a un ‘joint student project’ tra scuole superiori e università, in cui gli studenti delle superiori si occupino dell’hardware, mentre gli studenti del DEI si concentrino sull’elettronica avanzata. L’obiettivo è arrivare, tra 4-5 anni, ad avere una piccola imbarcazione a guida autonoma per due persone (accompagnatore e carrozzina), che inizialmente colleghi le due estremità di Chioggia, Santa Maria e Vigo, ma che si possa estendere anche a Venezia o ai fiumi». Un obiettivo ambizioso, che potrebbe rientrare nella Terza Missione dell’università, e che senza dubbio sarebbe di grande rilevanza inclusiva: «Un mio grande desiderio – confida infine Varagnolo – sarebbe quello di riuscire, un giorno, a portare mio papà, che è disabile, su uno di questi traghetti».

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La ricerca sull’elettronica organica avanza. Il progetto ERC di Giorgio Ernesto Bonacchini al DEI: MiMETIC

Quando pensiamo all’elettronica, immaginiamo dispositivi tecnologici il cui funzionamento dipende da materiali inorganici come il silicio, i metalli o, per chi ne sa qualcosa in più, anche il nitruro di gallio, tutti materiali inorganici. Esiste però un’elettronica diversa, un’elettronica che implementa polimeri o piccole molecole principalmente a base di carbonio e idrogeno: l’elettronica organica. Grazie a questa diversa composizione, l’elettronica basata sui materiali organici presenta caratteristiche uniche di flessibilità meccanica e biocompatibilità, nonché di sostenibilità economica ed ambientale.Questo tipo di tecnologia viene principalmente utilizzata per dispositivi elettronici a bassa frequenza, come i biosensori, e nei dispositivi optoelettronici, come gli OLED (schermi di televisori e cellulari), e ha però sempre avuto un limite: la sua lentezza. Questo la rende inadatta per le telecomunicazioni e altre applicazioni ad alta frequenza. Si parla, infatti, di un gap significativo nello spettro elettromagnetico. Questo gap rappresenta una missed opportunity, un’occasione mancata per l’elettronica organica che, ad oggi, non viene utilizzata in settori dove le microonde e le alte frequenze sono fondamentali, come radar, telecomunicazioni, imaging biomedicale, per la sicurezza (per esempio, scanner aeroportuali) e per la caratterizzazione dei materiali a livello industriale. Proprio con l’intenzione di iniziare a colmare questo gap scientifico e tecnologico, nasce MiMETIC (Microwave Metadevices based on Electrically Tunable organic Ion-electron Conductors), il progetto di ricerca premiato con un ERC da oltre due milioni di euro al suo principal investigator, il prof. Giorgio Ernesto Bonacchini. Con MiMETIC, il prof. Bonacchini propone una soluzione per superare questo limite: accoppiare i materiali elettronici organici ad antenne e/o matrici di antenne (note anche come metasuperfici) operanti nelle microonde o nei terahertz, al fine di poterne controllare le proprietà elettromagnetiche in tempo reale. Questo approccio, finora inesplorato, permette per esempio di realizzare “specchi” o “lenti” per le microonde le cui caratteristiche di riflessione e/o rifrazione possono essere sintonizzate e corrette a seconda delle esigenze, permettendo quindi la manipolazione e il controllo delle onde elettromagnetiche con estrema precisione. Rispetto ad altre tecnologie con finalità simili, i materiali organici offrono dei vantaggi tecnologici che trascendono le semplici performance elettriche. Visto che i materiali conduttori e semiconduttori organici sono costituiti da molecole e polimeri a base di carbonio simili alle plastiche convenzionali, questi possono quindi essere facilmente disciolti allo stato liquido e processati come veri e propri inchiostri funzionali, sfruttando una svariata gamma di tecniche di stampa industriale, come la stampa a getto di inchiostro, la serigrafia e flexografia. I vantaggi di questo approccio sono molteplici poiché offrono flessibilità, bassi costi di produzione e processi a temperature inferiori ai 200 gradi Celsius, con i relativi benefici di sostenibilità economica e ambientale che ne derivano. Inoltre, come per la stampa tradizionale, questi processi permettono la realizzazione di elettronica su superfici di grande estensione e a grandi velocità di produzione, potenzialmente decine di metri al minuto, su supporti planari di vario tipo, inclusi i laminati plastici sottili e trasparenti tipicamente utilizzati per il packaging, o addirittura su carta. Questi “formati” di dispositivo, che ad oggi non possono essere implementati con altre tecnologie, aprono la strada a una serie di applicazioni innovative e poco esplorate. Ad esempio, in futuro potremmo realizzare metasuperfici meccanicamente flessibili di diversi metri quadrati, stampate su vestiario o su veicoli come aerei e automobili, per aumentarne la capacità di comunicazione, o persino per creare “mantelli dell’invisibilità” nelle microonde. Questi oggetti potrebbero abilitare una comunicazione più efficiente tra i nostri smartphone e i dispositivi indossabili, come ad esempio smartwatch, smartglasses o altri sensori ambientali, incanalando o focalizzando le microonde lungo direzioni preferenziali e riducendo, quindi, sia il dispendio energetico sia l’esposizione del corpo a onde elettromagnetiche. Questo tipo di applicazioni potrebbe essere di grande interesse anche per applicazioni in ambito di logistica, monitoraggio ambientale e agritech. Un’altra applicazione promettente che potremmo vedere realizzata è quella delle interfacce bioelettroniche. I materiali elettronici organici, per via della loro composizione chimica a base carbonio relativamente simile a quella dei tessuti viventi biologici, sono infatti delle ottime interfacce bioelettroniche in grado di trasdurre segnali biologici in segnali elettronici. Sensori basati su metasuperfici organiche a contatto con la pelle o all’interno del corpo potrebbero quindi essere sfruttati per rilevare biosegnali e diffonderli a distanza, senza richiedere alimentazione elettrica e complessi circuiti ad alta frequenza, riducendo drasticamente complessità, l’invasività e costi rispetto alle tecnologie convenzionali. Al di là delle possibili applicazioni che propone questo progetto, l’obiettivo più ad ampio respiro di MiMETIC è anche quello di avvicinare due comunità scientifiche: quella dei metadispositivi ottici/microonde e quella dell’elettronica organica, per esplorare le loro intersezioni e promuovere nuove scoperte e applicazioni. Note di approfondimento (in inglese): Il progetto è su Cordis il sito del servizio Comunitario di Informazione in materia di Ricerca e Sviluppo. Articolo su Springer Nature /Research Communities. Articolo su Techxplore.

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Il contributo del DEI all’Alleanza Quantistica Italiana

Questo mese vi è stato l’annuncio della nascita dell’Alleanza Quantistica Italiana (AQI), un’intesa nazionale che unisce università, istituti di ricerca, industrie e istituzioni pubbliche con l’obiettivo di creare un ecosistema unitario e competitivo a livello internazionale, promuovendo l’eccellenza italiana nelle tecnologie quantistiche.  L’AQI, in linea con la Strategia europea e la Strategia Italiana per le Scienze e Tecnologie Quantistiche, include attualmente otto partner: Università di Bologna, CINECA, INRIM, Università di Padova (con il nostro Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione in prima linea), INAF, INFN, Università di Pavia e Politecnico di Milano. Per il DEI sono coinvolti i professori Paolo Villoresi e Giuseppe Vallone. Quest’ultimo ci ha comunicato quanto segue, che volentieri pubblichiamo: «Il gruppo QuantumFuture del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Padova è da più di vent’anni attivo nel campo delle comunicazioni quantistiche. Lo scambio di fotoni, le particelle di luce, è alla base della Quantum Key Distribution (QKD), una tecnica che permette di scambiare chiavi segrete la cui sicurezza è garantita da leggi fisiche: le particelle quantistiche, se misurate, vengono alterate ed è possibile, in questo modo, capire se un hacker stia cercando di ottenere le informazioni che sono codificate sui fotoni.  Le applicazioni nel campo della cybersicurezza sono molteplici: dalla protezione delle transazioni commerciali, alle comunicazioni diplomatiche, passando per la tutela della privacy di tutti i cittadini. L’importanza strategica di questa tecnologia e delle comunicazioni quantistiche è stata riconosciuta a livello europeo come uno dei pilastri dello sviluppo guidato dall’European Quantum Flagship. Il gruppo QuantumFuture ha proposto e realizzato nuovi dispositivi e protocolli per le comunicazioni quantistiche e i generatori di numeri casuali con tecniche quantistiche e realizzato i primi esperimenti di scambio di fotoni tra terra e satellite, necessari per l’estensione di un network di comunicazioni quantistiche a distanze superiori al centinaio di chilometri, impossibili su fibra ottica a causa delle elevate perdite».  

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Best Paper Award 2025 di “Sensors” per Alessandro Pozzebon e Giacomo Peruzzi

Alessandro Pozzebon, Giacomo Peruzzi (UNIPD/DEI) e Mattia Van Der Meer (UNISI) hanno ricevuto il Best Paper Award 2025 di “Sensors” per il paper “Fight fire with fire: detecting forest fires with embedded machine learning models dealing with audio and images on low power IoT devices“. “Sensors” è una rivista internazionale, sottoposta a revisione paritaria e ad accesso aperto, dedicata alla scienza e alla tecnologia dei sensori. Il premio “Sensors Best Paper Award” viene assegnato ogni anno per premiare pubblicazioni di alta qualità, rilevanza scientifica e ampia influenza. I membri del comitato di valutazione scelgono quattro articoli di qualità eccezionale pubblicati sulla rivista l’anno precedente e li annunciano online entro la fine di giugno.

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“Radiation Effects Early Achievement Award” per Stefano Bonaldo

Stefano Bonaldo ha ricevuto il “Radiation Effects Early Achievement Award” dalla IEEE Nuclear Plasma Science Society, annunciato durante la IEEE Nuclear & Space Radiation Effects Conference – NSREC 2025, tenutasi a Nashville, USA, dal 14 al 18 luglio 2025, conferenza internazionale di riferimento per l’affidabilità dell’elettronica in ambienti ostili, come quello dello spazio. Il premio ha riconosciuto il significativo impatto dei suoi studi nel campo degli effetti delle radiazioni, menzionando i suoi contributi alla comprensione dei meccanismi di degradazione indotti dalla dose ionizzante totale nei dispositivi CMOS realizzati con nodi tecnologici avanzati, in particolare, a dosi di radiazioni ad alta energia.

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Best Paper Award per Giacomo Baruzzo, Giulia Cesaro e Barbara Di Camillo

Giacomo Baruzzo, Giulia Cesaro e Barbara Di Camillo hanno ricevuto il “Best Paper Award” nella sessione “High Performance Computing in Modelling and Simulation” per il loro paper intitolato “quickSparseM: a library for memory- and time-efficient computation on large, sparse matrices with application to omics data” alla Conferenza Internazionale Euromicro (33rd Euromicro International Conference on Parallel, Distributed, and Network-Based Processing, PDP 2025).

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Il team UNIPD/DEI “MC-PILCO” vince la challenge “RealAIGym” alla conferenza di robotica di Abu Dhabi

Il team MC-PILCO, composto dai membri UNIPD/DEI Niccolò Turcato, Alberto Dalla Libera, Giulio Giacomuzzo, Ruggero Carli e Diego Romeres (Mitsubishi Electric Research Laboratories), ha partecipato alla seconda edizione delle Olimpiadi dell’IA con la challenge RealAIGym, tenutasi alla Conferenza Internazionale IEEE/RSJ su Robot e Sistemi Intelligenti (International  Conference on Intelligent Robots and Systems, IROS 2024), ad Abu Dhabi. La challenge riguardava l’applicazione di algoritmi di apprendimento per rinforzo a sistemi fisici e consisteva in una fase di simulazione seguita da una fase finale su hardware reale. Il nostro team si è classificato al primo posto nella fase su hardware reale e ha vinto la challenge.

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Padova ha ospitato SIGIR 2025, un evento mondiale su Information retrieval, motori di ricerca e Intelligenza Artificiale

Dal 13 al 17 luglio Padova ha ospitato SIGIR 2025 (the 48th International ACM SIGIR Conference on Research and Development in Information Retrieval), la conferenza internazionale sull’Information retrieval, motori di ricerca e Intelligenza Artificiale, che per questa edizione è stata organizzata con la collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione. SIGIR ha riunito i maggiori esperti, sviluppatori e ricercatori nel campo dei motori di ricerca, dei recommender system (come quelli che suggeriscono cosa guardare o comprare online) e dell’intelligenza artificiale generativa (e non) applicata all’accesso all’informazione. SIGIR è una conferenza valutata A+ da CORE, un importante ranking internazionale per le conferenze informatiche. Solo il 7,48% delle conferenze a livello mondiale ottiene questa valutazione.La conferenza si sposta ogni anno in un continente diverso; la scelta, infatti, avviene con tre anni di anticipo. Padova ha gareggiato nel 2022 con altri Paesi e la sua proposta è stata scelta da un gruppo di esperti internazionali. L’edizione 2025 di SIGIR si è aperta con un evento di welcoming in Piazza della Frutta dove gli oltre mille partecipanti hanno potuto brindare all’inizio dei lavori. Il resto della conferenza si è svolto, invece, presso gli spazi del Centro Congressi di Padova, dove si è tenuto un fitto programma fatto di tutorial, talk e approfondimenti specialistici. Chair di SIGIR per il triennio 2025-2028 è Nicola Ferro, professore del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Padova che, insieme ai proff. Gianmaria Silvello e Giorgio Maria di Nunzio, ne ha curato anche i dettagli organizzativi. SIGIR 2025 ha introdotto due importanti iniziative con un forte impatto sociale e di inclusività: un servizio di Childcare per i partecipanti alla conferenza e un programma per studenti africani con borse di studio (grant) per coprire le spese di viaggio, alloggio, vitto e iscrizione per studenti affiliati a istituzioni africane, meno avvantaggiate dal punto di vista delle risorse: creare un ambiente che punti all’eccellenza scientifica ma con una competizione più equa, aiuta, nonostante la barriera economica rimanga un problema per la partecipazione di questi ricercatori. SIGIR-30 MGL1768 SIGIR-39 SIGIR-09 SIGIR-48 SIGIR-37 SIGIR-06 SIGIR-46 SIGIR-57 _MGL3799 _MGL3842 _MGL4079 _MGL4221 _MGL4091 _MGL4033 _MGL6193 _MGL2605 _MGL2495 _MGL2537

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Cosa sono davvero i Big Data?

Ne sentiamo parlare ovunque, ma cosa sono davvero i Big Data? Lo sapevi che ogni giorno molte delle nostre azioni generano dati che vanno ad alimentare il fenomeno dei Big Data? Al Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione ci occupiamo di vari aspetti dei Big Data e, in particolare, progettiamo algoritmi innovativi per estrarre valore da questa complessità e trasformarla in opportunità. Francesco Silvestri, professore associato di Sistemi di Elaborazione delle Informazioni del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione, ce ne parla in un video. Ascoltalo qui sotto! 

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Best Paper Award all’International Conference on Optical Fiber Sensor

Il paper “Resolving Twist-Induced Errors in Fiber Optic Shape Sensing via Polarization-Sensitive Reflectometry“, con autori Arman Aitkulov, Martina Cappelletti, Daniele Orsuti, Luca Schenato, Marco Santagiustina, Andrea Galtarossa e Luca Palmieri (tutti afferenti al DEI durante l’esecuzione della ricerca), ha ricevuto il premio “Best Paper Award” alla recente International Conference on Optical Fiber Sensor (OFS29), tenutasi a Porto (Portogallo) dal 25 al 30 maggio 2025. Il paper, selezionato tra i quasi 500 presentati alla conferenza, ha illustrato una tecnica innovativa per ricostruire la forma geometrica di oggetti, sfruttando il fenomeno del trasporto parallelo della polarizzazione della luce. Nella foto, il primo autore, Arman Aitkulov, al momento della premiazione. 

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