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Padova sede della 1st IFAC Joint Conference on Computers, Cognition and Communication 2025 su Automazione, Intelligenza Artificiale e Robotica

Dal 15 al 18 settembre 2025, Padova ha ospitato la prima edizione della IFAC Joint Conference on Computers, Cognition and Communication (J3C 2025). Questo nuovo e importante evento internazionale è nato con l’obiettivo di promuovere la ricerca e la collaborazione sui sistemi complessi di controllo e automazione, focalizzandosi in particolare su controllo e intelligenza artificiale, soluzioni di sistemi di rete e ciberspazio-fisici, e moderni approcci all’automazione di processi complessi. Organizzata con la collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione (DEI) e di Fondazione UniSMART, questa edizione inaugurale ha visto il Prof. Gian Antonio Susto ricoprire il ruolo di General Chair. La proposta di candidatura è stata un successo per Padova, che nel 2023, durante l’IFAC World Congress di Tokyo, ha superato la concorrenza di Singapore grazie all’iniziativa del Prof. Gian Antonio Susto, coordinatore dell’AMCO Lab (Artificial Intelligence, Machine Learning & Control) dell’Università di Padova. Promossa dalla storica e autorevole International Federation of Automatic Control (IFAC), la conferenza ha riunito circa 250 scienziati, ricercatori e leader industriali provenienti da 40 paesi di tutti i continenti. L’espressione “Joint Conference” deriva dal raggruppamento di tre sotto-eventi in un’unica, grande manifestazione: i consolidati eventi triennali ‘Symposium on Telematics Applications’ (TA) e ‘ Conference on Intelligent Control and Automation Sciences’ (ICONS), giunti alla settima edizione, più il nuovo evento ‘Workshop on Engineering and Architectures of Automation Systems’ (EAAS). Questa scelta strategica non solo ha aumentato la partecipazione e la risonanza internazionale, ma ha anche portato un significativo beneficio in termini di sostenibilità ambientale (riduzione degli spostamenti e dei viaggi aerei). Le quattro giornate di J3C 2025 si sono tenute presso il Centro Culturale San Gaetano, offrendo un ricco programma di presentazioni scientifiche, sessioni tematiche e momenti di networking. I tre sotto-eventi, pur uniti da un unico filo conduttore, si sono concentrati su aree distinte: ICONS: incentrato su computazione d’avanguardia, algoritmi, modelli complessi, intelligenza artificiale, reti neurali, deep learning e approcci data-driven; TA: focalizzato sulle decisioni automatiche in contesti smart city o distribuiti, come l’IoT; EEAS: dedicato ai sistemi di controllo e automazione (per l’industria e le automobili), all’Industria 5.0, alla robotica collaborativa e alle architetture di fabbrica. La cerimonia di apertura ha visto gli interventi istituzionali di Margherita Cera, assessore del Comune di Padova con deleghe, tra le altre, all’Innovazione e alla Transizione Digitale, e Gaudenzio Meneghesso, Direttore del DEI. Il momento clou della conferenza si è svolto nel pomeriggio del 17 settembre nell’Aula Magna del Bo, dove sono stati celebrati i migliori giovani ricercatori. L’evento ha incluso anche un panel strategico sul futuro dell’ingegneria e sulle attività dell’IFAC, con la partecipazione dei tre presidenti IFAC (un past president Frank Allgöwer, l’attuale, Dongil “Dan” Cho e il futuro presidente, Maria Prandini), culminando con la premiazione dei contributi più innovativi e di impatto. La prossima edizione di J3C è in programma per il 2028 e l’assegnazione della sede avverrà in Corea l’anno prossimo, durante l’IFAC World Congress, l’evento principale dell’organizzazione che si tiene ogni tre anni.

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[ING.tonic] 02 ottobre – Il diabete sotto scacco! Tecnologia per la terapia del diabete

Il 2 ottbre 2025 arriva il terzo appuntamento di Terza Missione [ING.tonic] – il ciclo di aperitivi con i ricercatori del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Padova.   Il 2 ottobre, dalle 19:30, il terzo appuntamento avrà il titolo: Il diabete è una delle malattie croniche più diffuse a livello mondiale, ma oggi la ricerca scientifica sta facendo passi da gigante per migliorare la vita delle persone che ne sono affette. “Il diabete sotto scacco” è un aperitivo scientifico che vi porterà alla scoperta delle innovazioni tecnologiche che stanno rivoluzionando il modo di trattare questa patologia. Durante la serata, i professori Chiara Dalla Man e Simone Del Favero, esperti del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione, ci guideranno in un viaggio alla scoperta delle ultime tecnologie impiegate nelle terapie per il diabete, tra cui: Il Pancreas Artificiale: come questa tecnologia sta cambiando il trattamento del diabete, migliorando la qualità della vita e riducendo i rischi associati alla malattia. Tecnologie alternative per la sperimentazione: scopriremo come alcuni metodi innovativi permettano di testare nuove cure senza ricorrere all’uso di cavie animali. Un’occasione unica per approfondire temi scientifici di grande rilevanza, in un’atmosfera informale e conviviale, mentre gustate un aperitivo con i protagonisti della ricerca. Non perdere questa opportunità di scoprire le nuove frontiere della scienza e della tecnologia al servizio della salute!   Raggiungici il 2 ottobre al Birrone, parleremo con Chiara Dalla Man, professoressa dell’area di Bioingegneria e docente Modeling methodology for physiology and medicine e Simone Del Favero, professore dell’area di Bioingegneria e docente di Tecnologia e strumentazione biomedica del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Padova.   COME FUNZIONA? L’ingresso è gratuito e l’entrata è libera fino ad esaurimento posti. Il Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione organizza quattro appuntamenti “fuori sede”, per fare quattro chiacchiere al bar su argomenti di cui “ci piacerebbe sapere di più” e per scoprire come l’ingegneria non è poi così distante da noi.   Per maggiori informazioni, è possibile scrivere a terzamissione@dei.unipd.it Scopri di più e prenota il tuo posto   TUTTI GLI APERITIVI [ING.TONIC] 12 settembre | Una sicurezza fotonica! Come la luce quantistica proteggerà le nostre comunicazioniSCOPRI QUI 26 settembre | I robot sognano? Possiamo davvero creare la coscienza artificiale?SCOPRI QUI 02 ottobre | Il diabete sotto scacco. Nuove tecnologie per la cura e il controllo del diabeteSCOPRI QUI 29 ottobre | IA Art attack: contenuti leciti e illeciti dell’Intelligenza Artificiale generativa   INFORMAZIONI Giorno: venerdì 12 settembre Ora: 19:30  Dove: Birrone Padova Via Trieste 5C – Padova Prenota QUI il tuo posto, è gratis  

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[Ing.tonic] 2025: Appuntamento con la ricerca…per l’aperitivo

Torna anche nel 2025 l’iniziativa [ING.tonic]: 4 aperitivi con i ricercatori e le ricercatrici del Dipartimento di Ingneria dell’Informazione. Quattro nuove tematiche con il fine di continuare a fare chiarezza su importanti e attuali temi che riguardano le nuove tecnologie e l’intelligenza artificiale. La modalità? Sempre quella in cui si chiacchiera meglio: al bar per un drink e quattro chiacchiere. Come funziona? L’ingresso è gratuito! Per questioni organizzative è richiesta (ma non è vincolante) la registrazione su Evenbrite (link nell’elenco qui sotto) GLI APPUNTAMENTI: 12 settembre ore 19:30 @Casetta Zebrina (mappa)Una sicurezza fotonica! Come la luce quantistica proteggerà le nostre comunicazioniDati sempre più sicuri grazie alla luce. Scopri di più su computer quantistici e sull’uso di luce e fotoni per chiavi segrete Giuseppe Vallone e Paolo VilloresiSCOPRI DI PIÚ ___ 26 settembre ore 19:30 @Birrone (mappa)I robot sognano? Possiamo davvero creare la coscienza artificiale?I robot imparano davvero? In che modo si sviluppa la loro intelligenza? Possono diventare coscienti?L’era dell’intelligenza artificiale è iniziata: sfide sociali ed etiche nell’era in cui umani, robot e AI imparano a convivere e collaborare. Ruggero Carli e Pietro FalcoSCOPRI DI PIÚ ___ 2 ottobre ore 19:30 @Birrone (mappa)Il diabete sotto scacco. Nuove tecnologie per la cura e il controllo del diabete Alla scoperta del sistema di guida automa per volare sicuri nel turbolento mondo del diabete o, se preferite, del “roomba” della glicemia. Un viaggio tra cloni virtuali, utilizzati al posto di cavie animali, e pazienti hacker che sfidano le regole creando dispositivi fai-da-te.  Chiara Dalla Man e Simone Del FaveroSCOPRI DI PIÚ ___ 29 ottobre ore 19:00 @Amsterdam (mappa)IA Art attack: contenuti leciti e illeciti dell’Intelligenza Artificiale generativa Come funziona l’IA generativa per la creazione di testi, immagini e video? Come usarla in modo creativo e come difendersi da chi la usa per scopi illeciti (es. deepfake)? Vieni anche tu a scoprire opportunità, criticità e alcuni scenari futuri. Simone Milani e Chiara SchiavoSCOPRI DI PIÚ Visualizza articolo

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[ING.tonic]26 settembre: I robot sognano? Possiamo davvero creare la coscienza artificiale?

Il 26 settembre 2025 arriva il secondo appuntamento di Terza Missione [ING.tonic] – il ciclo di aperitivi con i ricercatori del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Padova.   Il 26 settembre, dalle 19:30, il secondo appuntamento avrà il titolo: I robot sognano? Possiamo davvero creare la coscienza artificiale?In un’epoca in cui i nostri dati viaggiano sempre più su canali digitali, è arrivato il momento di parlare di sicurezza quantistica e di come la crittografia basata sull’uso di fotoni e luce potrà garantire livelli di sicurezza sempre più alti. Ma come funziona? A spiegarcelo saranno i professori Giuseppe Vallone e Paolo Villoresi, esperti di fisica quantistica e laser del gruppo di ricerca QuantumFuture. Il primo appuntamento si svolgerà a Casetta Zebrina, il locale all’interno del Parco Milcovich che negli ultimi anni sta diventando sempre più un punto di riferimento per il pubblico padovano. COME PARTECIPARE: L’evento è gratuito, per questioni organizzative si richiede la prenotazione su Eventbrite, a questo link. Per maggiori informazioni, è possibile scrivere a terzamissione@dei.unipd.it     TUTTI GLI APERITIVI [ING.TONIC] 12 settembre | Una sicurezza fotonica! Come la luce quantistica proteggerà le nostre comunicazioniSCOPRI QUI 26 settembre | I robot sognano? Possiamo davvero creare la coscienza artificiale?SCOPRI QUI 02 ottobre | Il diabete sotto scacco. Nuove tecnologie per la cura e il controllo del diabeteSCOPRI QUI 29 ottobre | IA Art attack: contenuti leciti e illeciti dell’Intelligenza Artificiale generativa   INFORMAZIONI Giorno: venerdì 12 settembre Ora: 19:30  Dove: Casetta Zebrina, via Jacopo da Montagnana 93 – Padova Prenota QUI il tuo posto, è gratis  

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[ING.tonic]12 settembre: Una sicurezza fotonica! Come la luce quantistica proteggerà le nostre comunicazioni

Torna anche nel 2025 l’iniziativa di Terza Missione [ING.tonic] – il ciclo di aperitivi con i ricercatori del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Padova. Quattro incontri di circa un’ora, ognuno dei quali con uno scopo ben preciso, quello di svelare al pubblico generalista tutti i misteri che avvolgono le nuove tecnologie e che permeano sempre di più le nostre vite, dalla realtà virtuale alla sicurezza dei nostri dati, dalla robotica all’Intelligenza Artificiale, passando anche per le nuove frontiere tecnologiche a supporto della salute e della medicina. Il 12 settembre, dalle 19:30, si inizia con il primo aperitivo dal titolo: Una sicurezza fotonica! Come la luce quantistica proteggerà le nostre comunicazioni.In un’epoca in cui i nostri dati viaggiano sempre più su canali digitali, è arrivato il momento di parlare di sicurezza quantistica e di come la crittografia basata sull’uso di fotoni e luce potrà garantire livelli di sicurezza sempre più alti. Ma come funziona? A spiegarcelo saranno i professori Giuseppe Vallone e Paolo Villoresi, esperti di fisica quantistica e laser del gruppo di ricerca QuantumFuture. Il primo appuntamento si svolgerà a Casetta Zebrina, il locale all’interno del Parco Milcovich che negli ultimi anni sta diventando sempre più un punto di riferimento per il pubblico padovano. COME PARTECIPARE: L’evento è gratuito, per questioni organizzative si richiede la prenotazione su Eventbrite, a questo link. Per maggiori informazioni, è possibile scrivere a terzamissione@dei.unipd.it   TUTTI GLI APERITIVI [ING.TONIC] 12 settembre | Una sicurezza fotonica! Come la luce quantistica proteggerà le nostre comunicazioni 26 settembre | I robot sognano? Possiamo davvero creare la coscienza artificiale? 02 ottobre | Il diabete sotto scacco. Nuove tecnologie per la cura e il controllo del diabete 29 ottobre | IA Art attack: contenuti leciti e illeciti dell’Intelligenza Artificiale generativa INFORMAZIONI Giorno: venerdì 12 settembre Ora: 19:30  Dove: Casetta Zebrina, via Jacopo da Montagnana 93 – Padova Prenota QUI il tuo posto, è gratis  

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Navigazione Autonoma nella laguna veneta: un traghetto a guida intelligente

Negli ultimi anni, un settore di ricerca in forte crescita è quello dei veicoli marini a guida autonoma. Si tratta di imbarcazioni capaci di navigare e operare senza la necessità di un equipaggio a bordo. Nel Nord Europa, ad esempio, ve ne sono già in funzione. Questo è possibile grazie all’uso di sistemi di intelligenza artificiale e tecnologie di controllo remoto che permettono alle imbarcazioni di percepire l’ambiente circostante, pianificare la rotta e prendere decisioni autonome durante la navigazione. I traghetti a guida autonoma sono al centro della ricerca di Damiano Varagnolo, professore di Automatica presso il Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione (DEI). Da circa sette anni, il Professor Varagnolo si dedica all’Automazione Marina. Ma perché proprio i traghetti autonomi? «Pensiamo alle isole della laguna veneta; Venezia, Burano, Chioggia, per esempio: la conformazione di queste città non permette a chi è in carrozzina di muoversi agevolmente in città da una parte all’altra dei canali. – spiega Varagnolo – Una tecnologia che potrebbe aiutare queste persone è quella di versioni in miniatura di traghetti a guida autonoma». Questo progetto, partito con l’idea di migliorare l’accessibilità al territorio per le persone con disabilità, si sta evolvendo verso un insieme eterogeneo di applicazioni. Il traghetto a guida autonoma può essere utilizzato, infatti, per il monitoraggio dei fondali lagunari, rilevando flora e fauna, o per la mappatura di reperti archeologici (per esempio le antiche saline romane nel sud della laguna). Inoltre, le imbarcazioni a guida autonoma possono offrire supporto per la trasmissione dei dati raccolti da sensori subacquei che monitorano parametri come salinità, temperatura e ossigeno. «Questo è un progetto che porto avanti anche in Norvegia, presso il Department of Engineering Cybernetics, NTNU – Norwegian University of Science and Technology, – aggiunge Varagnolo – ma è anche un progetto studentesco del gruppo ‘Nautilus’, formato da studenti di ingegneria dell’ateneo che lavorano in collaborazione con il laboratorio SIGNET». Il progetto studentesco, avviato ufficialmente a gennaio di quest’anno, coinvolge una trentina di studenti dei corsi di laurea magistrale in “Control System Engineering” e di laurea triennale in “Ingegneria Informatica”. «Inizialmente, il gruppo si era concentrato sul prototipo di un piccolo sottomarino a guida autonoma, – racconta Varagnolo – ma poi si è deciso di proseguire la ricerca e la sperimentazione (sia sul campo sia in ambienti di simulazione) con una soluzione di superficie». Quale potrebbe essere l’evoluzione di questo progetto? «A breve termine, – prosegue Varagnolo – spero che un gruppo di studenti continui a lavorarci anche dopo la magistrale, magari creando uno spin-off che aiuti la gestione degli allevamenti in laguna, come quello dei ‘caparòssoli’ (NdR: le vongole veraci, in dialetto veneto), un’attività che ad oggi è poco automatizzata. A lungo termine – conclude Varagnolo – penso a un ‘joint student project’ tra scuole superiori e università, in cui gli studenti delle superiori si occupino dell’hardware, mentre gli studenti del DEI si concentrino sull’elettronica avanzata. L’obiettivo è arrivare, tra 4-5 anni, ad avere una piccola imbarcazione a guida autonoma per due persone (accompagnatore e carrozzina), che inizialmente colleghi le due estremità di Chioggia, Santa Maria e Vigo, ma che si possa estendere anche a Venezia o ai fiumi». Un obiettivo ambizioso, che potrebbe rientrare nella Terza Missione dell’università, e che senza dubbio sarebbe di grande rilevanza inclusiva: «Un mio grande desiderio – confida infine Varagnolo – sarebbe quello di riuscire, un giorno, a portare mio papà, che è disabile, su uno di questi traghetti».

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La ricerca sull’elettronica organica avanza. Il progetto ERC di Giorgio Ernesto Bonacchini al DEI: MiMETIC

Quando pensiamo all’elettronica, immaginiamo dispositivi tecnologici il cui funzionamento dipende da materiali inorganici come il silicio, i metalli o, per chi ne sa qualcosa in più, anche il nitruro di gallio, tutti materiali inorganici. Esiste però un’elettronica diversa, un’elettronica che implementa polimeri o piccole molecole principalmente a base di carbonio e idrogeno: l’elettronica organica. Grazie a questa diversa composizione, l’elettronica basata sui materiali organici presenta caratteristiche uniche di flessibilità meccanica e biocompatibilità, nonché di sostenibilità economica ed ambientale.Questo tipo di tecnologia viene principalmente utilizzata per dispositivi elettronici a bassa frequenza, come i biosensori, e nei dispositivi optoelettronici, come gli OLED (schermi di televisori e cellulari), e ha però sempre avuto un limite: la sua lentezza. Questo la rende inadatta per le telecomunicazioni e altre applicazioni ad alta frequenza. Si parla, infatti, di un gap significativo nello spettro elettromagnetico. Questo gap rappresenta una missed opportunity, un’occasione mancata per l’elettronica organica che, ad oggi, non viene utilizzata in settori dove le microonde e le alte frequenze sono fondamentali, come radar, telecomunicazioni, imaging biomedicale, per la sicurezza (per esempio, scanner aeroportuali) e per la caratterizzazione dei materiali a livello industriale. Proprio con l’intenzione di iniziare a colmare questo gap scientifico e tecnologico, nasce MiMETIC (Microwave Metadevices based on Electrically Tunable organic Ion-electron Conductors), il progetto di ricerca premiato con un ERC da oltre due milioni di euro al suo principal investigator, il prof. Giorgio Ernesto Bonacchini. Con MiMETIC, il prof. Bonacchini propone una soluzione per superare questo limite: accoppiare i materiali elettronici organici ad antenne e/o matrici di antenne (note anche come metasuperfici) operanti nelle microonde o nei terahertz, al fine di poterne controllare le proprietà elettromagnetiche in tempo reale. Questo approccio, finora inesplorato, permette per esempio di realizzare “specchi” o “lenti” per le microonde le cui caratteristiche di riflessione e/o rifrazione possono essere sintonizzate e corrette a seconda delle esigenze, permettendo quindi la manipolazione e il controllo delle onde elettromagnetiche con estrema precisione. Rispetto ad altre tecnologie con finalità simili, i materiali organici offrono dei vantaggi tecnologici che trascendono le semplici performance elettriche. Visto che i materiali conduttori e semiconduttori organici sono costituiti da molecole e polimeri a base di carbonio simili alle plastiche convenzionali, questi possono quindi essere facilmente disciolti allo stato liquido e processati come veri e propri inchiostri funzionali, sfruttando una svariata gamma di tecniche di stampa industriale, come la stampa a getto di inchiostro, la serigrafia e flexografia. I vantaggi di questo approccio sono molteplici poiché offrono flessibilità, bassi costi di produzione e processi a temperature inferiori ai 200 gradi Celsius, con i relativi benefici di sostenibilità economica e ambientale che ne derivano. Inoltre, come per la stampa tradizionale, questi processi permettono la realizzazione di elettronica su superfici di grande estensione e a grandi velocità di produzione, potenzialmente decine di metri al minuto, su supporti planari di vario tipo, inclusi i laminati plastici sottili e trasparenti tipicamente utilizzati per il packaging, o addirittura su carta. Questi “formati” di dispositivo, che ad oggi non possono essere implementati con altre tecnologie, aprono la strada a una serie di applicazioni innovative e poco esplorate. Ad esempio, in futuro potremmo realizzare metasuperfici meccanicamente flessibili di diversi metri quadrati, stampate su vestiario o su veicoli come aerei e automobili, per aumentarne la capacità di comunicazione, o persino per creare “mantelli dell’invisibilità” nelle microonde. Questi oggetti potrebbero abilitare una comunicazione più efficiente tra i nostri smartphone e i dispositivi indossabili, come ad esempio smartwatch, smartglasses o altri sensori ambientali, incanalando o focalizzando le microonde lungo direzioni preferenziali e riducendo, quindi, sia il dispendio energetico sia l’esposizione del corpo a onde elettromagnetiche. Questo tipo di applicazioni potrebbe essere di grande interesse anche per applicazioni in ambito di logistica, monitoraggio ambientale e agritech. Un’altra applicazione promettente che potremmo vedere realizzata è quella delle interfacce bioelettroniche. I materiali elettronici organici, per via della loro composizione chimica a base carbonio relativamente simile a quella dei tessuti viventi biologici, sono infatti delle ottime interfacce bioelettroniche in grado di trasdurre segnali biologici in segnali elettronici. Sensori basati su metasuperfici organiche a contatto con la pelle o all’interno del corpo potrebbero quindi essere sfruttati per rilevare biosegnali e diffonderli a distanza, senza richiedere alimentazione elettrica e complessi circuiti ad alta frequenza, riducendo drasticamente complessità, l’invasività e costi rispetto alle tecnologie convenzionali. Al di là delle possibili applicazioni che propone questo progetto, l’obiettivo più ad ampio respiro di MiMETIC è anche quello di avvicinare due comunità scientifiche: quella dei metadispositivi ottici/microonde e quella dell’elettronica organica, per esplorare le loro intersezioni e promuovere nuove scoperte e applicazioni. Note di approfondimento (in inglese): Il progetto è su Cordis il sito del servizio Comunitario di Informazione in materia di Ricerca e Sviluppo. Articolo su Springer Nature /Research Communities. Articolo su Techxplore.

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Il contributo del DEI all’Alleanza Quantistica Italiana

Questo mese vi è stato l’annuncio della nascita dell’Alleanza Quantistica Italiana (AQI), un’intesa nazionale che unisce università, istituti di ricerca, industrie e istituzioni pubbliche con l’obiettivo di creare un ecosistema unitario e competitivo a livello internazionale, promuovendo l’eccellenza italiana nelle tecnologie quantistiche.  L’AQI, in linea con la Strategia europea e la Strategia Italiana per le Scienze e Tecnologie Quantistiche, include attualmente otto partner: Università di Bologna, CINECA, INRIM, Università di Padova (con il nostro Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione in prima linea), INAF, INFN, Università di Pavia e Politecnico di Milano. Per il DEI sono coinvolti i professori Paolo Villoresi e Giuseppe Vallone. Quest’ultimo ci ha comunicato quanto segue, che volentieri pubblichiamo: «Il gruppo QuantumFuture del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Padova è da più di vent’anni attivo nel campo delle comunicazioni quantistiche. Lo scambio di fotoni, le particelle di luce, è alla base della Quantum Key Distribution (QKD), una tecnica che permette di scambiare chiavi segrete la cui sicurezza è garantita da leggi fisiche: le particelle quantistiche, se misurate, vengono alterate ed è possibile, in questo modo, capire se un hacker stia cercando di ottenere le informazioni che sono codificate sui fotoni.  Le applicazioni nel campo della cybersicurezza sono molteplici: dalla protezione delle transazioni commerciali, alle comunicazioni diplomatiche, passando per la tutela della privacy di tutti i cittadini. L’importanza strategica di questa tecnologia e delle comunicazioni quantistiche è stata riconosciuta a livello europeo come uno dei pilastri dello sviluppo guidato dall’European Quantum Flagship. Il gruppo QuantumFuture ha proposto e realizzato nuovi dispositivi e protocolli per le comunicazioni quantistiche e i generatori di numeri casuali con tecniche quantistiche e realizzato i primi esperimenti di scambio di fotoni tra terra e satellite, necessari per l’estensione di un network di comunicazioni quantistiche a distanze superiori al centinaio di chilometri, impossibili su fibra ottica a causa delle elevate perdite».  

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Padova ha ospitato SIGIR 2025, un evento mondiale su Information retrieval, motori di ricerca e Intelligenza Artificiale

Dal 13 al 17 luglio Padova ha ospitato SIGIR 2025 (the 48th International ACM SIGIR Conference on Research and Development in Information Retrieval), la conferenza internazionale sull’Information retrieval, motori di ricerca e Intelligenza Artificiale, che per questa edizione è stata organizzata con la collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione. SIGIR ha riunito i maggiori esperti, sviluppatori e ricercatori nel campo dei motori di ricerca, dei recommender system (come quelli che suggeriscono cosa guardare o comprare online) e dell’intelligenza artificiale generativa (e non) applicata all’accesso all’informazione. SIGIR è una conferenza valutata A+ da CORE, un importante ranking internazionale per le conferenze informatiche. Solo il 7,48% delle conferenze a livello mondiale ottiene questa valutazione.La conferenza si sposta ogni anno in un continente diverso; la scelta, infatti, avviene con tre anni di anticipo. Padova ha gareggiato nel 2022 con altri Paesi e la sua proposta è stata scelta da un gruppo di esperti internazionali. L’edizione 2025 di SIGIR si è aperta con un evento di welcoming in Piazza della Frutta dove gli oltre mille partecipanti hanno potuto brindare all’inizio dei lavori. Il resto della conferenza si è svolto, invece, presso gli spazi del Centro Congressi di Padova, dove si è tenuto un fitto programma fatto di tutorial, talk e approfondimenti specialistici. Chair di SIGIR per il triennio 2025-2028 è Nicola Ferro, professore del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Padova che, insieme ai proff. Gianmaria Silvello e Giorgio Maria di Nunzio, ne ha curato anche i dettagli organizzativi. SIGIR 2025 ha introdotto due importanti iniziative con un forte impatto sociale e di inclusività: un servizio di Childcare per i partecipanti alla conferenza e un programma per studenti africani con borse di studio (grant) per coprire le spese di viaggio, alloggio, vitto e iscrizione per studenti affiliati a istituzioni africane, meno avvantaggiate dal punto di vista delle risorse: creare un ambiente che punti all’eccellenza scientifica ma con una competizione più equa, aiuta, nonostante la barriera economica rimanga un problema per la partecipazione di questi ricercatori. SIGIR-30 MGL1768 SIGIR-39 SIGIR-09 SIGIR-48 SIGIR-37 SIGIR-06 SIGIR-46 SIGIR-57 _MGL3799 _MGL3842 _MGL4079 _MGL4221 _MGL4091 _MGL4033 _MGL6193 _MGL2605 _MGL2495 _MGL2537

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Paolo Villoresi e VENQCI, la prima rete di comunicazione quantistica tutta veneta

Un’infrastruttura strategica per il futuro digitale del Veneto: sviluppata da Regione, CAV e il Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Padova, la rete è già operativa e pronta per l’interconnessione nazionale e internazionale. “VenQCI rappresenta un esempio concreto della nostra Agenda Digitale: un progetto che guarda al futuro, ma risponde anche ai bisogni di oggi del territorio. È frutto di una straordinaria collaborazione tra istituzioni, come la Regione, l’Università di Padova e CAV, ognuna con le proprie competenze, e valorizza l’eccellenza scientifica veneta. Nonostante le difficoltà di finanziamento iniziali, siamo orgogliosi di aver portato avanti questa infrastruttura strategica, già operativa, aperta a nuove adesioni e pronta a dialogare con le reti quantistiche nazionali e internazionali. È una scommessa vinta sul futuro e che pone nuovamente il Veneto tra le regioni apripista in progetti a valenza europea”. Con queste parole l’assessore al Bilancio della Regione del Veneto con delega all’Agenda Digitale, è intervenuto alla presentazione ufficiale dell’infrastruttura quantististica VenQCI, che si è tenuta oggi presso la sede di CAV, alla presenza dell’Amministratore Delegato di CAV, Maria Rosaria Anna Campitelli, della Presidente di VSIX, Eleonora Di Maria, e del professore ordinario di Fisica Sperimentale all’Università di Padova, Paolo Villoresi, responsabile tecnico del progetto.   IMG-20250619-WA0014 IMG-20250619-WA0017 IMG-20250619-WA0023 IMG-20250619-WA0007 VenQCI (Veneto Quantum Communication Infrastructure) è una rete di comunicazione all’avanguardia, che garantisce uno scambio sicuro e inviolabile di dati tra istituzioni, aziende e cittadini.  Si tratta, inoltre, della prima  rete quantistica in produzione a livello regionale in Italia ed è stata progettata e realizzata da Regione del Veneto, CAV – Concessioni Autostradali Venete e Università degli Studi di Padova, ed è già attiva tra le province di Padova e Venezia con l’obiettivo  di rafforzare la sicurezza e l’affidabilità delle comunicazioni digitali. VenQCI si basa, infatti, su tecnologie che sfruttano i principi della meccanica quantistica per generare e distribuire chiavi crittografiche in grado di proteggere le comunicazioni da qualsiasi tentativo di intercettazione o manomissione. Mentre le reti tradizionali, anche se cifrate, potrebbero essere vulnerabili nel lungo periodo a causa dell’evoluzione della potenza di calcolo, le chiavi quantistiche garantiscono una protezione intrinseca, poiché qualsiasi tentativo di accesso illecito altera irrimediabilmente i dati, rendendo evidente l’attacco. La rete è composta da cinque nodi quantistici distribuiti su un’area di circa 40 chilometri tra le province di Padova e Venezia: – VEGA – sede della Regione del Veneto – Sede CAV di Marghera – Casello autostradale di Padova Est – Centro VSIX – Università di Padova – Centro QuTech – Università di Padova Ogni nodo è dotato di dispositivi per la generazione e lo scambio di chiavi quantistiche, già integrati con sistemi di cifratura del traffico su reti Layer 2 / 100GE, rendendo la rete operativa e pronta all’uso. “Il progetto è solo all’inizio: i prossimi sviluppi prevedono l’estensione della rete quantistica a tutto il territorio regionale, con l’obiettivo di elevare i livelli di cybersicurezza in tutti i settori strategici – ha sottolineato Calzavara -. Va ricordsto che questo progetto affonda le sue radici nella strategia di innovazione regionale avviata nel 2022 con il Tavolo di partenariato per il PNRR, che individuava nella rete quantistica veneta uno dei 16 progetti chiave per costruire il ‘Veneto del futuro’. Pur in assenza di fondi nazionali, la Regione ha scelto comunque di investire in questa iniziativa, confermandone il carattere prioritario in un contesto in cui la sicurezza digitale è sempre più cruciale per la pubblica amministrazione come per le imprese e i cittadini”.

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