Il 12 giugno, a partire dalle 14:30, si è svolto nell’Aula KE del DEI il seminario “L’interazione tra uomo e i modelli virtuali”, un’iniziativa congiunta di divulgazione scientifica nell’ambito del progetto “Modelli”, organizzato dal team di Terza Missione di diversi dipartimenti dell’Università di Padova: il Dipartimento di Fisica e Astronomia G. Galilei (DFA), il Dipartimento di Ingegneria Industriale (DII), il Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione (DEI), e il Centro di Ateneo per i Musei (CAM). Dopo i saluti istituzionali di Gaudenzio Meneghesso, Direttore del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione e l’intervento di Flavio Seno, Direttore del Dipartimento di Fisica e Astronomia, ha preso la parola Alberto Benato, responsabile della Terza Missione del DII. Benato, tra gli artefici dei seminari “Modelli”, ha illustrato il ciclo di seminari, iniziato il 16 maggio e in programma fino a novembre. Ha sottolineato che l’iniziativa, un’opera complessa che approfondisce il tema dei modelli e il loro impiego in vari contesti, ha l’obiettivo di rendere accessibile al pubblico ciò che viene sviluppato nei Dipartimenti di Ingegneria Industriale, Ingegneria delle Informazioni e Fisica e Astronomia. Ma cosa sono i Modelli Virtuali? Mattia Veronese, responsabile di Terza Missione del DEI, l’ha spiegato nel suo intervento, per poi introdurre due esempi rappresentativi del potere dirompente dei modelli virtuali che oggi abbiamo dentro la nostra università: il Laboratorio Simulatori di Guida Dinamici e il Centro di Sonologia Computazionale. Le tecnologie digitali sono ormai una parte integrante della nostra quotidianità, a ogni età e in ogni contesto: dal lavoro alla sfera personale, fino alla gestione domestica, sono presenti 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Dietro queste tecnologie vi sono innumerevoli modelli virtuali. Che si tratti di simulazioni complesse, avatar digitali o ambienti di realtà aumentata e virtuale, questi modelli virtuali stanno ridefinendo il modo in cui impariamo, lavoriamo, ci relazioniamo e percepiamo la realtà stessa. Pensiamo a Google Maps, un esempio rappresentativo di modello virtuale. Non è una raffigurazione fisica del mondo, ma una ricostruzione digitale interattiva che simula la realtà, offrendo un’esperienza dinamica che va ben oltre una semplice rappresentazione. IMG_4376 20250612_170432 IMG_4469 IMG_4442 20250612_175006 20250612_174330 20250612_174150 20250612_173534 20250612_170019 20250612_175601 Il modello virtuale ci permette, infatti, di simulare la realtà in modo immersivo senza dover costruire oggetti fisici, evidenziando criticità e vincoli che nella vita reale potrebbero sfuggirci, ma che potrebbero verificarsi. In pratica, possiamo usare approssimazioni numeriche per fare previsioni e costruire un futuro in cui i modelli virtuali migliorino costantemente la nostra comprensione del mondo. Mattia Bruschetta, PhD del DEI, ha poi parlato dei simulatori dinamici, spiegando come il modello si trasformi in un ambiente interattivo. Questo ambiente “vive” grazie alle decisioni e alle reazioni del guidatore, e questa dinamica, come ha evidenziato, può migliorare notevolmente lo sviluppo dei veicoli, perfezionare i protocolli di test e aumentare la sicurezza stradale, ponendo sempre il guidatore al centro dell’esperienza simulata. A seguire, il seminario di Sergio Canazza, professore associato di Informatica del DEI e direttore del CSC (Centro di Sonologia Computazionale), che ha fatto riflettere sull’evoluzione della figura del musicista nell’era dell’intelligenza artificiale, con cenni all’intreccio di saperi, tra musica e ingegneria dell’informazione. Le opere musicali del Centro di Sonologia Computazionale del DEl utilizzano da sempre modelli virtuali del suono,modelli per il restauro delle installazioni artistiche e modelli fisici di manufatti musicali antichi attraverso ricostruzioni 3D in grado di riprodurre il suono. Al termine dei seminari è stato possibile visitare i laboratori di Simulatori di Guida Dinamici e il Centro di Sonologia Computazionale, eccezionalmente aperti al pubblico per l’occasione, concludendo questa bella iniziativa di riflessioni e scoperte sull’interazione tra l’uomo e i modelli virtuali. Finanziato dal bando dell’Università di Padova che incentiva progetti per lo sviluppo di attività di Terza Missione e Scienza Aperta, il progetto “Modelli” è stato proposto dal Dipartimento di Fisica e Astronomia, in collaborazione con il Dipartimento di Ingegneria Industriale, il Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione, e il Centro di Ateneo per i Musei, con il sostegno di numerosi partner esterni.