Un’infrastruttura strategica per il futuro digitale del Veneto: sviluppata da Regione, CAV e il Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Padova, la rete è già operativa e pronta per l’interconnessione nazionale e internazionale.
“VenQCI rappresenta un esempio concreto della nostra Agenda Digitale: un progetto che guarda al futuro, ma risponde anche ai bisogni di oggi del territorio. È frutto di una straordinaria collaborazione tra istituzioni, come la Regione, l’Università di Padova e CAV, ognuna con le proprie competenze, e valorizza l’eccellenza scientifica veneta. Nonostante le difficoltà di finanziamento iniziali, siamo orgogliosi di aver portato avanti questa infrastruttura strategica, già operativa, aperta a nuove adesioni e pronta a dialogare con le reti quantistiche nazionali e internazionali. È una scommessa vinta sul futuro e che pone nuovamente il Veneto tra le regioni apripista in progetti a valenza europea”.
Con queste parole l’assessore al Bilancio della Regione del Veneto con delega all’Agenda Digitale, è intervenuto alla presentazione ufficiale dell’infrastruttura quantististica VenQCI, che si è tenuta oggi presso la sede di CAV, alla presenza dell’Amministratore Delegato di CAV, Maria Rosaria Anna Campitelli, della Presidente di VSIX, Eleonora Di Maria, e del professore ordinario di Fisica Sperimentale all’Università di Padova, Paolo Villoresi, responsabile tecnico del progetto.
VenQCI (Veneto Quantum Communication Infrastructure) è una rete di comunicazione all’avanguardia, che garantisce uno scambio sicuro e inviolabile di dati tra istituzioni, aziende e cittadini.
Si tratta, inoltre, della prima rete quantistica in produzione a livello regionale in Italia ed è stata progettata e realizzata da Regione del Veneto, CAV – Concessioni Autostradali Venete e Università degli Studi di Padova, ed è già attiva tra le province di Padova e Venezia con l’obiettivo di rafforzare la sicurezza e l’affidabilità delle comunicazioni digitali.
VenQCI si basa, infatti, su tecnologie che sfruttano i principi della meccanica quantistica per generare e distribuire chiavi crittografiche in grado di proteggere le comunicazioni da qualsiasi tentativo di intercettazione o manomissione. Mentre le reti tradizionali, anche se cifrate, potrebbero essere vulnerabili nel lungo periodo a causa dell’evoluzione della potenza di calcolo, le chiavi quantistiche garantiscono una protezione intrinseca, poiché qualsiasi tentativo di accesso illecito altera irrimediabilmente i dati, rendendo evidente l’attacco.
La rete è composta da cinque nodi quantistici distribuiti su un’area di circa 40 chilometri tra le province di Padova e Venezia:
– VEGA – sede della Regione del Veneto
– Sede CAV di Marghera
– Casello autostradale di Padova Est
– Centro VSIX – Università di Padova
– Centro QuTech – Università di Padova
Ogni nodo è dotato di dispositivi per la generazione e lo scambio di chiavi quantistiche, già integrati con sistemi di cifratura del traffico su reti Layer 2 / 100GE, rendendo la rete operativa e pronta all’uso.
“Il progetto è solo all’inizio: i prossimi sviluppi prevedono l’estensione della rete quantistica a tutto il territorio regionale, con l’obiettivo di elevare i livelli di cybersicurezza in tutti i settori strategici – ha sottolineato Calzavara -. Va ricordsto che questo progetto affonda le sue radici nella strategia di innovazione regionale avviata nel 2022 con il Tavolo di partenariato per il PNRR, che individuava nella rete quantistica veneta uno dei 16 progetti chiave per costruire il ‘Veneto del futuro’. Pur in assenza di fondi nazionali, la Regione ha scelto comunque di investire in questa iniziativa, confermandone il carattere prioritario in un contesto in cui la sicurezza digitale è sempre più cruciale per la pubblica amministrazione come per le imprese e i cittadini”.